Intelligenza artificiale e relazioni internazionali: riflessioni dalla residenza dell’Ambasciatore d’Australia a Roma

Mercoledì 17 settembre 2025, la residenza dell’Ambasciatore d’Australia a Roma, Sua Eccellenza Julianne Cowley, ha ospitato un dibattito di alto livello sull’impatto dell’intelligenza artificiale nelle relazioni internazionali. Un’occasione unica per osservare come l’IA stia influenzando le strategie diplomatiche globali, tra opportunità tecnologiche e sfide geopolitiche. All’incontro hanno preso parte esperti di rilievo: Diego Brasioli, diplomatico e inviato Speciale del Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale per la cybersicurezza; Giovanna Gnerre Landini, professoressa co-editor di The Routledge Handbook of Artificial Intelligence and International Relations, e Josh Kennedy-White, responsabile della Defence industry di Fujitsu Australia e ambasciatore della HALO Trust.
L’IA come strumento di influenza globale
Il dibattito ha evidenziato come l’IA sia ormai un fattore strategico nella costruzione del soft e hard power degli Stati. La capacità di gestire dati complessi, infrastrutture digitali e algoritmi predittivi non riguarda più solo la tecnologia, ma diventa parte integrante della diplomazia. L’IA consente di anticipare crisi internazionali e di modellare scenari negoziali con maggiore precisione. Allo stesso tempo, rappresenta uno strumento chiave nella politica estera di Paesi come Stati Uniti, Cina e Unione Europea, che investono pesantemente per consolidare la propria leadership tecnologica e diplomatica. Sulla scena internazionale, integrare l’IA nella propria politica estera e nella cooperazione internazionale può diventare uno strumento di supporto per rafforzare legami bilaterali e multilaterali.
Sicurezza e cooperazione tra Stati
L’incontro ha affrontato anche le implicazioni dell’IA sulla sicurezza internazionale. L’uso di sistemi predittivi e strumenti avanzati può creare opportunità ma anche rischi significativi. La mancanza di norme condivise aumenta la possibilità di tensioni tra blocchi geopolitici. La cooperazione internazionale appare dunque imprescindibile: la diplomazia deve bilanciare innovazione tecnologica, sicurezza e tutela dei diritti fondamentali, in modo che l’IA diventi strumento di dialogo e collaborazione, piuttosto che fonte di conflitto. E’ innegabile l’importanza critica dei modelli sovrani di intelligenza artificiale, assicurando che le nazioni possano progettare e gestire sistemi affidabili.
Diplomazia digitale: opportunità e strumenti
Il dibattito ha evidenziato come l’IA possa potenziare la diplomazia digitale. Algoritmi avanzati permettono di analizzare scenari complessi e di suggerire strategie negoziali, migliorando la capacità decisionale degli attori internazionali. La tecnologia consente di anticipare evoluzioni politiche e sociali, simulare possibili esiti di negoziati multilaterali e supportare la comunicazione tra Paesi con lingue e culture diverse. La diplomazia non viene sostituita dall’IA, ma diventa più informata e strategica, con strumenti innovativi per prevenire crisi e favorire il dialogo.
Impatti economici e strategici
Un altro aspetto centrale riguarda le ricadute economiche della tecnologia. L’IA sta ridefinendo catene del valore, settori chiave e partnership internazionali. Gli Stati più capaci di integrare tecnologia e politica estera potranno costruire vantaggi competitivi e rafforzare la cooperazione internazionale in settori strategici come difesa, infrastrutture e sanità. L’evento ha mostrato come le relazioni diplomatiche possano beneficiare di progetti condivisi basati sull’innovazione tecnologica, trasformando la competizione in un’opportunità di collaborazione.
Etica e governance globale
Tra i temi più dibattuti vi è la necessità di regole condivise per l’uso dell’IA. La tutela dei diritti umani e il transumanesimo, la protezione dei dati personali e la non discriminazione algoritmica sono ormai al centro delle riflessioni diplomatiche. E’ emerso come la creazione di standard comuni possa aiutare nel prevenire asimmetrie tra Stati e garantire fiducia reciproca. La governance globale deve bilanciare innovazione, competitività e responsabilità etica.
L’evento, ottimamente gestito dai Funzionari dell’Ambasciata d’Australia, si è concluso con un aperitivo offerto dalla residenza australiana, tra discussioni informali e scambi di idee tra diplomatici, accademici, giornalisti e rappresentanti dell’industria tecnologica. La sensazione predominante tra i partecipanti è stata che l’intelligenza artificiale, se gestita con responsabilità e visione strategica, possa diventare un fattore di unità nel panorama internazionale. L’incontro ha dimostrato come la diplomazia stia aprendosi a strumenti innovativi, trasformando l’IA in un ponte tra Stati e culture, capace di anticipare sfide e promuovere cooperazione in un mondo sempre più interconnesso.




